10/4/2024

Agricoltura rigenerativa: non solo lavorazioni conservative

Maura Avallone
Sustainability Execution Trainee

Abbiamo già parlato di agricoltura rigenerativa, cercando di spiegare di cosa si tratti e quali tecniche e mezzi richieda per essere messa in pratica.  

Ma non è finita qui: chi decide di imbarcarsi in questo percorso di trasformazione va incontro a una vera e propria rivoluzione della gestione aziendale, trovandosi a cambiare radicalmente il proprio modo di coltivare. Vediamo insieme quali macchinari utilizzare a questo scopo.

Proteggere il suolo nei periodi di intercoltura: le cover crops

In linea generale, è stato dimostrato che una combinazione di lavorazioni minime, copertura costante del suolo e rotazioni frequenti siano in grado di contribuire ad un aumento del carbonio nel suolo, fattore fondamentale per la sua salute.

Pertanto, pratica molto diffusa ed efficace in agricoltura rigenerativa è quella delle colture di copertura o cover crops. Queste colture, coltivate non a fini commerciali ma per il loro contributo al miglioramento della salute del suolo, possono essere gestite in diversi modi.  

L’approccio più diffuso prevede la trinciatura e successivo interramento della biomassa vegetale, secondo la pratica del sovescio. Una gestione alternativa delle cover crops prevede l’allettamento della biomassa attraverso l’uso del Roller crimper, macchinario costituito da un rullo sagomato che schiaccia e spezza gli steli. Questa pratica consente di ridurre l'uso di erbicidi e trarre il massimo dei vantaggi derivanti dalle cover crops. Per una buona efficacia di questa pratica, è fondamentale intervenire al momento opportuno, in linea generale durante la fase lattea di maturazione della spiga. In tal modo le piante non si rialzeranno e verrà rispettato il rapporto carbonio azoto, evitando che la coltura successiva, più esigente, vada in carenza di azoto a causa dai processi di decomposizione dei residui.  

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Concimare rispettando l’ambiente

Per quanto riguarda gli interventi di concimazione, possono essere impiegati spandiconcime di precisione, in modo da applicare i fertilizzanti in maniera mirata e controllata, riducendo il rischio di eccessi e minimizzando l'impatto ambientale.

 

Minimizzare il disturbo del suolo: le macchine combinate

In linea generale, l’agricoltura conservativa predilige una riduzione dei passaggi in campo che si traduce in una riduzione dei consumi energetici, ma soprattutto nella riduzione del compattamento e interferenza con il suolo. Partendo da questi principi, l’utilizzo di macchine combinate assume rilevanza strategica. Per macchina combinata si intende un macchinario che è in grado di svolgere diverse funzioni in un unico passaggio essendo costituito, appunto, da una combinazione di diversi elementi. Di solito le macchine combinate prevedono di poter lavorare il suolo e seminare in un unico passaggio; ne è un esempio la seminatrice su sodo di cui abbiamo già parlato, ma anche macchine più complesse capaci di svolgere arieggiamento, lavorazione superficiale, semina e rullatura. Parallelamente, si stanno affacciando sul mercato anche soluzioni incentrate sulla lavorazione del suolo che mettono insieme la funzionalità del ripuntatore e quella della fresa.

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La scelta del trattore: gommato o cingolato?

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Un ulteriore elemento da prendere in considerazione è il diverso effetto sul suolo di macchine gommate e cingolate. In generale, la scelta tra le due tipologie è legata a elementi strutturali quali superficie utile, pendenza e tipo di tessitura del suolo. Tuttavia, ci sono altri fattori da poter prendere in considerazione: nel caso del cingolato, la superficie di contatto è maggiore quindi il carico del peso viene distribuito in modo più omogeneo, riducendo l’effetto del compattamento rispetto ad un classico trattore gommato. D’altra parte, però, il cingolato ha una velocità di lavoro ridotta e non può circolare su strada se non abbinato ad una suola di protezione in gomma. Per ovviare a questo limite, ma al contempo beneficiare del ridotto compattamento del suolo, esiste una via di mezzo rappresentata dai trattori gommati con ruote accoppiate. Tramite l’affiancamento di due o più gomme, e riducendo la pressione di queste ultime, è possibile quindi ridurre al minimo il compattamento del suolo, in quanto si va ad aumentare la superficie di appoggio, e migliorare la stabilità fino a raggiungere i livelli dei cingolati.

L’importanza di fare rete

La possibilità di adottare pratiche di agricoltura rigenerativa è strettamente legata alla disponibilità dei macchinari adatti. Come si è visto, infatti, spesso si tratta di macchinari specifici che raramente fanno parte del parco macchine delle aziende né tantomeno sono disponibili al livello di contoterzismo. Tenendo conto di queste limitazioni e al contempo riconoscendo l’importanza dell’adozione di pratiche di agricoltura rigenerativa, sarebbe ottimale investire sulla costruzione di reti di agricoltori per la messa a disposizione dei macchinari.

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